BRONSON
di nicolas windig refn,
UK, 2008
DA OGGI AL CINEMA
Se ti piace guarda anche: Arancia Meccanica, Valhalla Rising, Pusher
Continua la lunga serie di film scongelati e tirati fuori dal congelatore: Zack & Miri, e Bronson sono due film del ..2008!
Inoltre è da sottolineare che per la seconda volta in una settimana un film in sala ci ricorda Kubrick e in nessuno dei due casi il paragone è forzato..
TRAMA
Inizia così a raccontare las storia della sua vita, che noi vediamo alternata al suo show davanti alla telecamera: infanzia, gioventù, carcere e clinica psichiatrica: cult la sequenza in cui lui e altri pazienti, completamente sedati, vengono invitati a ballare sulle note di It’s a sin dei Pet Shop Boys. Il ragazzo esce dalla clinica completamente rincoglionito (non vi ricorda nessun Alex?), comincia a lavorare, ha una storia, ma poi di rimette nei guai con alcuni incontri di boxe clandestino e un furto.
Sentenza esagerata?
Considerando che nel nostro paese tanti assassini circolano liberamente, direi di sì, ma non è questo di cui voglio discutere e non voglio nemmeno scrivere il nome del vero criminale a cui la storia è ispirata, per non fargli un favore. Bronson è infatti il nome d’arte che si è scelto lui in onore di un altro celebre lottatore, Charles Bronson de Il Giustiziere della notte.
Il nostro Bronson non ha mai giustiziato nessuno, ma semplicemente menato molti sbirri e per questo è ancora in carcere d’isolamento in Inghilterra.
RECENSIONE
Nicolas Windig Refn ne trae un film a tratti davvero straordinario, accusato di spettacolarizzare la violenza.
A queste accuse il regista ha risposto che la violenza nel film ha comunque una valenza negativa, ma soprattutto che l’arte stessa è violenza perché distrugge le norme.
La storia di un giovane delinquente, sempre più violento e allucinato, le atmosfere Sixties, il volto truccato, la musica classica: impossibile non pensare a Arancia Meccanica, anche quello accusato di spettacolarizzare la violenza .
Anche io ho trovato il film troppo compiacente con questo personaggio e nonostante i numerosissimi momenti ironici e allucinatori, non l’ho trovato affatto divertente.
Ma va riconosciuto a Windg Refn di aver messo in scena un ottimo film con un budget davveroo esiguo: una fotografia spettacolare, un montaggio eccezionale, una colonna sonora superba che mischia bellissima elettronica e classica (Marcia funebre di Sigrido di Wagner, La vergine degli angeli, Va pensiero e Attila di Verdi, Puccini, Strauss) ma soprattutto un monumentale (in tutti i sensi) protagonista: Tom Hardy che per l’occasione si è sottomesso a una trasformazione psico-fisica impressionante.
Nella voce, nei modi e nel fisico: ingrassato, rasato, imbruttito e spesso nudo, uno dei tanti attori feticcio di Nolan, si è reso irriconoscibile e ha dato una prova davvero meritevole di ogni lode ma purtroppo passata del tutto inosservata, come il film stesso: uscito in Uk nel 2008, accolto bene dalla critica in USA ma distribuito poco e male in tutto il mondo a partire dal 2009, il film arriva in Italia solo oggi.
VOTO : 7,5
un film molto ben girato, però mi sembra ci siano troppi momenti clonati ad arancia meccanica.
RispondiEliminala sceneggiatura l'ho trovata poi deboluccia...
..anche io avevo pensato a Kubrick, pero' qui mi sembra cinema che si mangia se stesso nel senso che l'aspetto visivo e' preponderante mentre quello scritto quasi assente..e' vero che le immagini aiutano a farci sentire le distorsioni mentali di Bronson ma alla fine la sensazione e'di molta forma e poca sostanza..lo dovro' rivedere...ed intanto aspetto Drive..
RispondiEliminanickoftime