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giovedì 4 febbraio 2010

L’UOMO CHE VERRA’ di Giorgio Diritti



1944, colline bolognesi. Una bambina non parla, ma vede e ascolta tutto quello che le accade intorno: le confidenze delle parenti, gli accordi dei partigiani, i soprusi e le gentilezze dei nazisti, le esecuzioni dei partigiani. Assisterà anche allo sterminio della propria famiglia per mano dei tedeschi. Si salverà solo il fratellino appena nato. Così lei, rimasta muta dopo che un fratellino è morto fra le sue braccia, tornerà a cantare per il fratellino che ha salvato.
Una storia di umana disumanità o disumana umanità, se preferite.
Quello di Diritti è un viaggio storico, antropologico, filologico ed emotivo di cui il cinema italiano deve andare fiero.
Un viaggio nella memoria per ricostruire attraverso una famiglia del luogo, le “tappe” di quel massacro passato alla storia come strage di Marzabotto. Senza schematizzazioni, faziosità politiche e compiaciute esaltazione dell’orrore e del dolore.
Con uno stile asciutto che non disdegna però punte di lirismo, il coinvolgimento emotivo è assicurato senza cadere in sentimentalismi inutili.
Gli aggettivi antropologico e filologico non sono sprecati: il film descrive non solo gli atti della Storia, ma anche quelli della vita quotidiana, familiare, rurale di mezzo secolo fa e la scelta di utilizzare il dialetto della zona risponde a questo fine. Anche i luoghi e i volti sono estremamente reali ed adatti a tal scopo. Bella fotografia che spesso coincide con le soggettive della bambina. Pregevole pure la musica.

VOTO: 8

1 commento:

  1. mi spaventa un po', ma credo che andrò a vederlo.. e ora finisco il caffè

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