AMOUR
di Michael Haneke,
Francia/ Austria, 2012
con Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, Isabelle Huppert
Se ti piace guarda anche: La pianista, Il nastro bianco
TRAMA
Due amabili e amorevoli
vecchietti conducono una vita serena e tranquilla, finché lei non viene colpita
da una malattia che le farà perdere progressivamente ogni possibilità di
muoversi e comunicare. Lui la assiste amorevolmente, molto meglio di quanto
faccia l’infermiera, assistendo impotente al deperimento fisico e mentale della
persona amata.
RECENSIONE
Haneke, dopo aver dipinto il male
nascosto in un villaggio rurale dell’Europa pre-fascista in Il Nastro bianco,
vincitore della Palma d’oro a Cannes nel 2009, torna ai giorni nostri per
raccontare il male che annienta il corpo e anche questa volta si aggiudica
l’ambitissimo premio.
Questa volta l’esplorazione del
male avviene tramite l’incursione nel mondo della vecchiaia e della malattia,
due universi che l’uomo moderno e di conseguenza il cinema cercano di fuggire, mostrandoci
ciò che nessuno vorrebbe vedere. Il regista resta dunque fedelissimo al suo
cinema, in cui si cerca sempre di porre lo spettatore in un condizioni di
disagio. Questa volta però tra spettatore e protagonista c’è un’empatia
particolare, in quanto entrambi assistono impotenti allo stesso straziante
spettacolo e così questa volta l'usuale sadico voyeurismo è giustificato con le cure del personaggio maschile e si arriva perfino a impacchettare il tutto con il titolo “Amour”, anche se forse
“Agonia”,“Malattia” o “Vecchiaia” erano molto più consoni, benché meno
allettanti.
A livello narrativo Amour si
limita a registrare una storia lineare senza nulla di coinvolgente e il tentativo
di inserire un elemento lirico nella prevedibile trama si rivela solamente
ridicolo (gli episodi col piccione non sono commentabili).
Ciò dispiace perché il film
inizia in modo superbo descrivendo questa coppia di ottuagenari deliziosi che
si prendono cura uno dell’altra in modo commovente. Purtroppo la protagonista
femminile muterà velocemente lasciando il film ai silenzi di Trintignant e ai
lamenti insostenibili della Riva, che offre anima e corpo con una generosità
quasi insopportabile ma meritevole di ogni riconoscimento.
Così non è stato:
si è preferito premiare l' inferiore (ma comunque ottima) interpretazione di Jean-Louis
Trintignant.
In ogni caso per ogni cinefilo è
emozionante vedere insieme queste due icone della Nouvelle vague, lui
protagonista di Piace a troppi (Et Dieu crea la femme, 1957) di Roger Vadim e
lei di Hiroshima mon amour, 1959, di Alain Resnais.
Ma per il resto, il film è una
lunghissima e insostenibile esibizione della sofferenza umana, crudele
spettacolo a cui tutti purtroppo siamo stati o saremo spettatori, anche senza
pagare un biglietto del cinema.
In conclusione, come la maggior parte di film di Haneke, lo
spettatore che entra nel cinema ha la consapevolezza di assistere a uno
spettacolo doloroso e insopportabile. Prendere o lasciare.
VOTO: 6-
Insopportabile è una definizione perfetta. Ricordo ancora la sensazione di disturbo dopo aver visto Funny Games, il primo, del 97.
RispondiEliminaNon so se Amour mi vedrà fra gli spettatori.
Tutti i film di Haneke che ho visto, a parte Il nastro bianco, obbligano a visioni insostenibili!
Eliminasolo 6- alla palma d'oro di quest'anno?
RispondiEliminadopo il nastro bianco mi aspetto un altro capolavoro, anche se così dalle prime immagini non è che mi ispiri troppo...
La Palma dell'anno scorso era mooolto meglio. Anche il Nastro Bianco era molto meglio, questo non gli si avvicina minimamente.
Eliminadalla locandina non mi ispira per nulla, però dato che compare il nome di Haneke, non posso tralasciarlo così facilmente... poi con il tuo voto la curiosità sale..
RispondiEliminaVedi te: al cinema sarà un'esperienza difficile...
EliminaSe è anche solo un decimo potente come Il nastro bianco sono sicura che mi piacerà moltissimo.
RispondiEliminaè sicuramente potente, anche di più de Il nastro bianco, che era il più "delicato" ed elegante dei film di Haneke..
Eliminaragazzi venite su nonsoloci.blogspot.it
RispondiEliminaDi ragazzi qui ce n'è solo uno!
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